Cos'è
Al centro della pianura padana sorge uno dei più grandi e importanti monasteri italiani, San Benedetto in Polirone, un gioiello a torto poco noto e che vi lascerà entusiasti. Legato a Matilde di Canossa prima e ai Gonzaga poi, era un tempo circondato da un’immensa proprietà fondiaria, alla quale corrispose altrettanta ricchezza artistica. Il Polirone è anche uno dei monasteri meglio conservati e offre alla visita un complesso monumentale enorme, dove potremo ammirare: l’oratorio cluniacense in stile romanico, la basilica rinascimentale progettata da Giulio Romano, l’affresco di Correggio nel refettorio. Ma si potrà anche immergersi in tutti i luoghi di vita dei monaci, dalle celle alle cantine, con testimonianze di vita quotidiana, come le ceramiche usate per la tavola o l’infermeria. Inoltre, da quando entrò a far parte della Congregazione di S. Giustina nel 1420, la sua storia è strettamente legata a quella della nostra abbazia: visitarlo è anche un’occasione per scoprire e rinsaldare questo legame.
PROGRAMMA
Partenza in pullman (30 posti) alle ore 8.30 dal sagrato della Basilica di S. Giustina.
Durante il viaggio (1h e 30’ circa), il Direttore P. Ab. Giovanni Battista Francesco Trolese ci farà già entrare nel clima della visita introducendoci alla storia del monastero di Polirone.
All’arrivo a San Benedetto Po (MN) faremo una breve sosta per degustare un buon caffè e una brioche ai tavolini con vista sulla piazza della Basilica abbaziale.
A seguire, visita guidata della Basilica e del complesso monastico museale (2h circa).
A pranzo degusteremo le specialità locali con un menù tipico mantovano (già provato per voi: è ottimo!), comprensivo di antipasti, bis di primi, acqua, vino, caffè e dolce.
Nel primo pomeriggio avremo poi il privilegio di essere ospitati nell’antica sala monumentale della biblioteca monastica per l’incontro con letture a più voci «Uomini e libri al rogo. L’Inquisizione contro la Congregazione di S. Giustina», a cura della Biblioteca di S. Giustina in occasione del Maggio dei Libri.
Il ritorno a Padova è previsto per le ore 19.00 circa, sempre presso il sagrato della Basilica.
Per Partecipare è prevista un’offerta al Monastero di € 60,00, comprensiva di trasporto, pausa caffè, biglietti d’ingresso Abbazia e Basilica, visita guidata a cura della Direzione del Museo Polironiano e pranzo.
Info e prenotazioni a bmn-sng@cultura.gov.it
Con il patrocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po.
PER SAPERNE DI PIÙ: BREVE STORIA DEL MONASTERO DEL POLIRONE
Il monastero di San Benedetto in Polirone sorgeva originariamente sull’omonima isoletta posta tra due fiumi, il Po e il Lirone. Venne fondato nel 1007 dal conte Tedaldo di Canossa, grande feudatario imperiale che, dotandolo di ingenti donazioni fondiarie, ne fece uno dei più ricchi monasteri italiani. La sua importanza dal punto di vista del culto fu sancita dalla presenza dell’eremita armeno Simeone, che decise di concludere qui la sua vita (1016), per essere poi subito canonizzato (1024) da papa Benedetto VIII, su richiesta di Bonifacio di Canossa. A san Simeone è dedicata la basilica abbaziale, che ne conserva anche le spoglie. Nel 1077, in occasione dell’incontro a Canossa tra papa Gregorio VII e lo scomunicato imperatore Enrico IV, la contessa Matilde donò l’abbazia al papa, che la affidò all’abate Ugo di Cluny. Come dipendenza di Cluny, il monastero divenne tanto prospero e potente da riuscire ad affrancarsene all’inizio del Duecento. Dopo un periodo di decadenza, legato anche all’ascesa dei nuovi ordini mendicanti, nel 1419 papa Martino V nominò abate il protonotario apostolico Guido Gonzaga (fratello del marchese di Mantova Gianfrancesco), che nel 1420 lo aggregò alla Congregazione di S. Giustina. Grazie a questa circostanza (e alla protezione dei Gonzaga, una delle più importanti signorie italiane), si aprì una grande stagione non solo di spiritualità ma anche di fervore edilizio, con la ricostruzione di gran parte degli edifici monastici e della basilica abbaziale, ridisegnata intorno al 1540 da Giulio Romano, ma tra gli artisti attivi a Polirone nel Rinascimento si annoverano, fra i tanti, anche Correggio e Veronese. Il monastero divenne anche un importantissimo centro intellettuale grazie all’abate umanista Gregorio Cortese, in anni di intensa attività dello scriptorium e di fioritura degli studi religiosi e filosofici. Nel Seicento, declinando le sorti dei duchi di Mantova, guerre e inondazioni misero a dura prova il Polirone, fino al punto che nel 1633 l’abate Ippolito Andreasi accettò, in cambio di una forte somma di denaro, di cedere a papa Urbano VIII il corpo di Matilde di Canossa, fino ad allora seppellito nella basilica abbaziale e oggi invece conservato in San Pietro. L’ora fatale del monastero scoccò infine il 9 marzo 1797, con la definitiva soppressione per ordine di Napoleone.
Luogo
Contatti
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